Dal Catalogo - Punti Fermi

Marina Sagona: miti e intimità
Il disegno è la fioritura a colori della storia.
Nessuno può pensare un disegno che non abbia storia.
(Orhan Pamuk, Il mio nome è rosso)

Questa mostra è nata dalle parole, com'è giusto che sia visto che le immagini di Marina Sagona sono la loro traduzione colorata. Però, nel nostro caso, le parole erano chiacchiere, qualche volta canzoni.
Marina ha passato un anno in Italia; aveva con sé i suoi fogli disegnati, le sue idee ancora in germogli, tanto lavoro da fare, ma anche un po' di tempo libero. Nello spazio della libertà, delle confidenze e delle risate è nata l'idea di mostrare le figure femminili del suo immaginario. Si parlava, ci si raccontava la vita: le amiche, le letture, la musica, l'arte.
(Dal testo di Lea Mattarella)


Marina Sagona: un'autobiografia per immagini

[…] L'incontro tra il segno morbido e l'accostamento di colori puri fa pensare a Matisse: alle piastrelle persiane, alle sete orientali, ai tappeti ricamati tanto familiari alla sua pittura, ma Marina Sagona si sente più vicina a Bonnard: "per quel senso di casa, di intimità dei suoi quadri", spiega l'artista, e aggiunge: "quello stesso colore penetrante ed accogliente delle tele di Rothko". Lo sguardo di Giovanna comunica la stessa seduttrice stabilità che appartiene alle cose e ai luoghi cari.
L'amica ed il tappeto, in un gioco di identità tra lo spazio abitato e la persona che lo abita, diventano una sola cosa, così come le illustrazioni che compongono la serie La mia casa sono frammenti di un autoritratto. ….Ritagli di angoli di casa che, come in un patchwork, ricompongono la sua intimità.
(Dal testo di Giulia Ingarao)

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