Dal Catalogo - Gianfranco Ferroni

A dieci anni dall'ultima esposizione pubblica in Sicilia dell'opera del grande artista del novecento e a cinque dalla sua scomparsa, la galleria Nuvole propone una mostra che consente di ricostruire l'intero percorso artistico di Gianfranco Ferroni: cinquanta incisioni e litografie tra le più significative della sua produzione a cominciare da alcuni esemplari degli anni '60 nei quail appare chiaramente la volontà di rileggere la realtà sia alla luce del conflitto avviato dall'informale sia dalle suggestioni introdotte nella stessa epoca da Giacometti, Bacon e dai Surrealisti.
La mostra ripercorre così l'opera di Ferroni fino alle ultime realizzazioni degli anni '90 nelle quali la rappresentazione scarnificata di piccoli oggetti è funzionale ad una visione del vuoto e alla materializzazione della luce.
Saranno inoltre esposti oli su tela, e tra questi quelli realizzati durante il breve soggiorno in Sicilia del 1956, oltre a tecniche miste e disegni.

La mostra sarà arricchita da alcune fotografie inedite e molto rare scattate dallo stesso artista nel suo studio e nei luoghi della sua quotidianità, quelle stesse atmosfere rarefatte e silenziose che si ritrovano nell'opera pittorica e grafica.In mostra anche il documentario video sull'opera di Ferroni realizzato da Elisabetta Sgarbi su soggetto di Enrico Ghezzi. Il film, presentato alla 59° Mostra d'arte cinematografica Biennale di Venezia e mai proiettato a Palermo, indaga con occhio delicato e mai invasivo i luoghi e gli oggetti dell'artista perchè, come scrive la regista: «tutto è ancora presente, anche solo nella disposizione delle cose nei suoi studi di Milano e Bergamo, e il vuoto di Ferroni è già riempito di senso, si coglie con le immagini per frammenti che emergono da una francescana purezza di luci e ombre».      
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«Le mie litografie a colori nascono da successive elaborazioni di una prima matrice in nero. Su questa prima stampa cerco soluzioni con i pastelli e l'acquerello, per trovare il punto di equilibrio ideale e l'atmosfera desiderata. In molti casi la tiratura di base resta in bianco e nero, talora arricchita dall'uso dei grigi, con questi due o tre esemplari colorati a mano; ma può accadere che dall'esemplare colorato a mano derivi una tiratura a colori, che è comunque qualcosa di diverso dall'esemplare di partenza, perché inevitabilmente diversa è la sensibilità della mano quando lavora sul foglio. Così atmosfere, sfumature nuove e impreviste si generano anche dall'uno altro dei fogli colorati a mano, e questo mi sembra particolarmente evidente nella litografia diagonale d'ombra, del 1991, qui riprodotta in entrambe le versioni, che sono completamente differenti, pur avendo un'unica matrice.
Con le litografie colorate a mano mi trovo quindi a metà strada fra la stampa e il disegno, anche perché si tratta di pezzi unici e naturalmente perché la colorazione a volte aggiunge una valenza espressiva in più, che supera la semplice realizzazione grafica».

Bergamo, 29 ottobre 1991
Gianfranco Ferroni

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