Dal Catalogo - Umani

Abbiamo discusso un po' sul titolo di questa mostra. umani, pensavo, saranno poi umani questi protagonisti dei dipinti di Gaetano Cipolla e Stefania Fabrizi? E questo titolo non mi convinceva.
Non mi piaceva il fatto che potesse essere scambiato per modaiolo (umano, post-umano ecc.). E poi mi ricordava anche libri e film di fantascienza in cui con la parola umani si definiscono gli abitanti della terra. Anche se lo interpretavo come aggettivo e non come sostantivo questo termine non mi sembrava adatto a definire la battaglia solitaria di queste figure monumentali eppure fragili. Pensavo infatti che l'aggettivo umano presupponesse lo stabilire un contatto con qualcuno, unico modo possibile per mettere in atto un' ipotetica umanità. Ma questi uomini e queste donne fanno solipsisticamente i conti con il loro spazio, il loro mondo inventato. Con chi mai potrebbero agire secondo principi umani?

Tuttavia Gaetano e Stefania interpretavano questo titolo in una valenza più ampia: nel termine umano si racchiudeva per oro il concetto stesso di umanità. Un' umanità che vive, lotta, si interroga, cerca. Qualche volta trova.
E così questo umani, pensato da Raffaella De Pasquale, ideatrice, tra l'altro, dell'intero progetto di queste mostre che mettono insieme due artisti diversi per provenienza, storia, generazione in un confronto rivelatore dì affinità e differenze, diventava l'unico modo possibile di chiamare questa esposizione.
Ecco quindi che sotto questa definizione si raccoglie qualcosa di universale. Così come universali sono i temi che Fabrizi e Cipolla trattano nelle loro opere. Mettendo insieme un mondo di figure che risolutamente combattono. Quelle della prima devono sempre superare le prove. Che finiscono per avere un valore simbolico, un po' come quelle a cui si sottopongono gli eroi dei miti e delle fiabe.

Anche se qui non ci sono orchi né acque di mare da trasportare con un ditale, questi vogatori, nuotatori, mangiafuoco, sembrano far dipendere l'intero senso del loro essere, la loro stessa ideale sopravvivenza, dall'azione che stanno compiendo.
Mentre le figure di Gaetano la lotta la conducono con se stessi. Si accovacciano, si girano, si scuotono. Eppure intorno a loro non sta succedendo nulla. E allora, perché. Sarà tutto quel buio, quell'arrancare in luoghi abissali, sconosciuti. Forse gli uomini e le donne di Cipolla sentono il peso di quello spazio nero.

Lea Mattarella

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