Repertorio X | Nicola Console

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Nicola Console
Repertorio X
a cura di Anna Lisa Ghirardi
22 ottobre - 30 novembre 2022

Il 22 ottobre si inaugura, con apertura sino al 30 novembre, la personale di Nicola Console a Palermo. Disegni, sculture, installazioni, tre film di animazione in stop motion e le inedite opere radiografiche realizzate negli ultimi due anni. Doppia inaugurazione nei due spazi espositivi il 22 ottobre: ore 17:30 alla Galleria Nuvole e alle 19:30 al Museo delle Marionette Antonio Pasqualino. Evento in collaborazione con il Museo Sociale Danisinni. Ingresso gratuito.
 
Repertorio X tratta il sentimento della perdita e del distacco, l’idea di catastrofe ovvero l’inevitabile cui l’umanità si approssima attraverso riflessioni sulla scultura. Così l’artista Nicola Console, palermitano che vive e lavora a Milano da oltre 30 anni, presenta la sua inedita mostra con tre film di animazione in stop motion (Alavagna; Repertorio X; Registro) che saranno proiettati all’interno di un piccolo cinema allestito per l’occasione al Museo delle marionette Antonio Pasqualino (p.zza Antonio Pasqualino, 5, Palermo) e un corpus di 30 opere realizzate con più mezzi espressivi: disegni, sculture, installazioni e stampe realizzate col ricorso della tecnica radiografica declinata come azione artistica, che costituisce la parte più vasta dell’esposizione allestita alla Galleria Nuvole (vicolo Ragusi 35 - angolo via del Celso, 14, Palermo). La mostra inaugura l’accordo di collaborazione siglato a giugno scorso tra il Museo delle marionette Antonio Pasqualino e il Museo Sociale Danisinni, per la promozione di attività artistiche e culturali dentro e fuori i due musei. Doppia inaugurazione venerdì 22 ottobre 2022 alle ore 17:30 alla Galleria Nuvole e alle ore 19:30 al Museo delle Marionette Antonio Pasqualino. Ingresso libero.

 
«Nicola Console – spiega la curatrice Anna Lisa Ghirardi si esprime attraverso plurimi linguaggi, muovendosi dalla dimensione bidimensionale, propria del disegno e della pittura, a quella tridimensionale della scultura e della quarta dimensione della scenografia. Il suo è un processo di dialogo con l’opera d’arte, elemento calato nell’oggi, non come mero oggetto estetico da contemplare, ma come realtà con la quale interagire. Attraverso la sua opera afferma l’azione sociale e politica dell’arte, riconoscendo all’opera la potenzialità di generare riflessione e al pubblico una funzione attiva.».

 
Nel ciclo di opere, realizzate tra il 2021 e il 2022, l’artista si confronta con il tema del ritrovamento e del disseppellimento compiendo una riflessione sperimentale sulla scultura. L’idea si sviluppa dallo studio delle sculture di Degas che qualcuno ha radiografato prima che i modellati fossero tradotti in bronzi, radiografie che mettono in luce una processualità straordinaria per la quale le armature di sostegno appaiono come perfetti disegni tridimensionali, forme già compiute, espressive, scheletri armonicamente integrati con agli altri ferri di puntello. A questi ‘pensieri sulla scultura’ si intrecciano le forme della memoria iconografica, Console in una alchemica coniunctio oppositorum fa dialogare le opere con l’elemento della ‘vanitas’, del ‘memento mori’, evocando le figure delle mummie delle Catacombe dei Cappuccini, i naufraghi delle migrazioni clandestine, l’esercito di terracotta, le vittime di mafia sepolte nei piloni dei viadotti, i calchi di Pompei. Tutte quante sembianze della sparizione, tutte quante riduzioni della realtà in simulacri. «I suoi calchi sono involucri di recessi misteriosi, sono emblema della condizione umana. Non sono calchi che parlano solo di morte, ma forme che raccontano anche la genesi, la vita stessa» racconta la curatrice.

 
Alla Galleria Nuvole saranno esposte trenta tra sculture, disegni radiografie all’interno di light box, due stampe fotografiche a contatto (ricavate dagli scheletri di ferro appositamente creati all’interno della scultura poi posti a contatto con la carta fotografica ed esposti alla luce-tecnica di Man Ray). «Le sculture in cemento armato – spiega Console possiedono una struttura che è già viva, compiuta anzitempo rispetto alla colata cementizia. I loro appoggi sono parte integrante della forma, ne rappresentano il prolungamento, il basamento minimo, l’elemento aereo che distacca le figure dal piano orizzontale mantenendole in sospensione. Proprio quest’ultima è parte integrante della sintesi plastica, ciò che reca ombre proiettate, che lascia immaginare quei corpi in un proprio elemento, immersi in una qualche profondità. Quelli che nelle radiografie di Degas erano sostegni necessari alla preparazione dei bronzi (sostegni delle scuole tradizionali di scultura, destinati a essere sottratti alla forma) qui sono parti di un linguaggio, configurazioni, veri e propri elementi di una simbiosi formale.».

L’indagine sulla scultura sperimenta la materia attraverso l’uso della radiografia che con la sua trasparenza non permette illusione. Verità pura che in Repertorio X mostra la natura dell’artista, della sua azione artistica che non è mera riproduzione ma un’umanità che si racconta attraverso frammenti, residui, memorie e che attinge dall’archeologia iconografica della propria esistenza. Console apre la struttura del corpo plastico, attraversa gli strati della materia, la mette a nudo, si mette a nudo, mostrando tutti gli aspetti del processo creativo: dalla progettazione sino alla tecnica di esecuzione, permettendo allo spettatore di leggere ciò che non appare evidente. «L’allestimento – scrive nella sua nota critica Anna Lisa Ghirardi ricrea lo scenario di un ritrovamento, di un disseppellimento, in cui giacciono resti, frammenti di una catastrofe, il tavolo su cui i residui sono disposti in modo ordinato, uno accanto all’altro, per paratassi, allude ad uno studio archeologico, punto di partenza per un’analisi atta a ricostruire la dinamica, le sequenze e gli incipit.».

 
Ed è al Museo delle marionette Antonio Pasqualino che lo spettatore potrà immergersi nell’atto creativo, entrare in contatto visivo e mentale con l’intero progetto. Scostando una tenda farà il suo ingresso nella dimensione di un piccolo cinema familiare allestito con schermo e panche dove saranno proiettati tre brevi film di animazione in stop motion: Alavagna; Repertorio X; Registro, in cui avviene una sintesi grafica e pittorica di tutto il lavoro esposto alla Galleria Nuvole. In queste opere filmiche le strutture scultoree si animano insieme ai disegni nero su bianco - cioè la versione grafica delle sculture -, alle foto di sculture e di scheletri di ferro, agli schizzi presenti nei quaderni dove il progetto ha preso forma e l’azione artistica si è compiuta. «Con le radiografie – spiega Console trovo non solo una differente relazione con le pellicole ma soprattutto dello spazio d’immaginazione che reca la sensazione di scandagliare nei recessi oscuri di quanto abbia realizzato.»
 

 

Testo critico di Anna Lisa Ghirardi

Nicola Console presenta un’articolata mostra personale costituita da disegni, sculture, installazioni e film di animazione (Alavagna; Repertorio X; Registro), in cui le singole opere sono parte di un lavoro di ricerca compiuto nel corso degli ultimi due anni, che non si esaurisce in cicli autonomi, ma crea un sottile filo conduttore che si dipana, attraverso più mezzi espressivi, in un complesso processo creativo. L’artista si esprime infatti attraverso plurimi linguaggi, muovendosi dalla dimensione bidimensionale, propria del disegno e della pittura, a quella tridimensionale della scultura e della quarta dimensione della scenografia. Il suo è un processo di dialogo con l’opera d’arte, elemento calato nell’oggi, non come mero oggetto estetico da contemplare, ma come realtà con la quale interagire. Attraverso la sua opera afferma l’azione sociale e politica dell’arte, riconoscendo all’opera la potenzialità di generare riflessione e al pubblico una funzione attiva. Le molteplici immagini scaturite dalla pulsante immaginazione dell’artista, colte da un fervido repertorio di suggestioni, generano a loro volta immaginazione. E con essa si intende la capacità di pensare, svincolata da una elaborazione logica e legata ad un’esperienza sensoriale. L’importanza delle immagini come processo conoscitivo interiore è più volte stata sottolineata dalla psicanalisi, e senza scomodare Jung e seguaci, credo basti riflettere sulla propria esperienza per affermarne l’efficacia.

Console trasferisce nella forma dell’animazione, creata con video stop motion, i suoi disegni, generati da un corsivo impulso su fogli e superfici di ogni sorta, senza un intento di perfezionismo, quanto piuttosto di immediatezza e fedeltà al pensiero per immagini. I disegni, talvolta tracciati su taccuini, custodiscono la genesi del progetto, l’inizio di un percorso fisico, sensoriale e mentale, ma
il disegno è anche verifica, riflessione finale di un percorso scaturito in forma.

Nel video di animazione Alavagna il disegno è il protagonista; sulla superficie di ardesia vengono create figure di oggetti, di architetture, ma anche di esseri viventi: insetti, animali ed esseri umani, alla figurazione si accompagnano misure e appunti, atti a comprendere il tema della costruzione.
L’animazione conferisce l’azione, il movimento, introducendo il concetto di tempo. Il tempo è un elemento chiave del percorso dell’artista. Le sue immagini si muovono spesso avanti e indietro, con l’intento di svelare l’origine, la realizzazione di forme.

A tal proposito in Repertorio X alcuni disegni riprendono le radiografie realizzate su sculture di varie epoche (dal mondo ellenistico alle ballerine di Degas), mentre altri sono la trasposizione grafica delle radiografie eseguite direttamente sulle sculture create dall’artista. Queste radiografie per Console, fortemente incline al disegno, diventano un istintivo spunto di dialogo e confronto. Nel video Registro, è raccolta la sintesi grafica, in cui anche il pensiero si fa scrittura, annotazione, della genesi del progetto, per come dire della gestazione. In ogni caso il disegno rappresenta sempre un momento di meditazione, uno strumento di materializzazione dell’idea. Come del resto la riflessione, l’esame della storia, sul tracciato umano e di riflesso artistico, è per Console un percorso doveroso, essenziale.

I raggi X nell’ambito della scultura sono effettuati per indagini diagnostiche e conservative, rivelano le tecniche esecutive, svelano lo stato di conservazione e gli eventuali problemi tecnici che possono presentare le opere, a Console non interessano solo gli aspetti materiali, non secondari per chi crea ancora con le mani e la materia, ma anche quelli metaforici. E in tal senso le radiazioni elettromagnetiche rivelano la parte nascosta dalla pelle scultorea. Le sue figure antropomorfe celano infatti sotto una pellicola di cemento una struttura in ferro, che ricrea l’anatomia ossea (tra
cui anche rebbi di forchette per conferire la forma del piede), coperta talvolta da gommapiuma, trattata con il fine di restituire l’apparato muscolare.

Repertorio X, un ciclo di lavori costituito da disegni, sculture, radiografie e video, è denso di significati, è costituito infatti da immagini di repertorio, fotogrammi icastici dell’esistenza. Esplicito è il riferimento ai calchi di Pompei, ma sono evocate anche altre numerose figure, che viaggiano nel tempo, dall’esercito di terracotta alle salme delle catacombe dei Cappuccini, dalle vittime di mafia sepolte nei viadotti ai naufraghi delle emigrazioni clandestine. Sembianze di sparizione, riduzioni della realtà, simulacri. Come afferma Console, «ogni elaborato ha origine da una visione metalinguistica della rappresentazione e diviene significante proprio in quanto artificio, marionetta nel teatro della morte». La paura, il sopraggiungimento della fine, il ricordo imperituro sono legati alle immagini degli uomini sopraffatti all’improvviso. Repertorio X tratta quindi il sentimento della perdita e del distacco, l’idea di catastrofe. I suoi calchi sono involucri di recessi misteriosi, sono emblema della condizione umana. Non sono calchi che parlano solo di morte, ma forme che raccontano anche la genesi, la vita stessa. Interessante è osservare come il racconto dell’artista sia costituito da frammenti, residui, memorie incorporati in brani di reinvenzione. Coesistono infatti due elementi in opposizione, da un lato quello drammatico dei soggetti e dall’altro quello emanato dall’energia vitale che costruisce e si dispiega. La scena dei corpi tormentati prende nuova forma, esiste nell’operato dell’artista, grazie ad un gesto vitale ed è da intendersi come forza trasformativa che nella distruzione cerca l’edificazione. L’allestimento ricrea lo scenario di un ritrovamento, di un disseppellimento, in cui giacciono resti, frammenti di una catastrofe, il tavolo su cui i residui sono disposti in modo ordinato, uno accanto all’altro, per paratassi, allude ad uno studio archeologico, punto di partenza per un’analisi atta a ricostruire la dinamica, le sequenze e gli incipit. Il tutto attraverso un altro infingimento, concetto caro a Console, che ha una lunga esperienza nell’ambito teatrale. La simulazione è la via per esplorare gli eventi, il vero e lo scavo, seppur figurato, è la via per portare alla luce il vero, per non eclissare nell’oscurità la storia. La sua ricerca passa quindi dallo scavo interiore, individuale, all’esperienza del collettivo, dei legami con le altrui esperienze, come del resto passa dal passato al presente, come l’artista afferma: «un fossile racconta sempre di una vita immanente condivisibile con i viventi».

L’artista tesse molteplici raccordi, muovendosi di continuo su piani opposti, ma connessi, dal passato al presente, dalla forma alla linea, dal volume all’ombra, in un’ambiguità percettiva che rende intrigante e complessa la percezione della poetica. Non di secondaria suggestione sono le ombre proiettate delle sculture, in un binomio che vede contrapporsi forme plastiche di cemento armato a figure scure e mobili: anime vaganti di esistenze sospese, nella loro corporeità cariche di memoria tragica, ineluttabile. Nell’opera di Console il disegno e la forma si susseguono, senza comprendere esattamente da dove abbia inizio il bando della matassa, ovvero se la prima idea sia stata suggellata da una forma concreta o da un’evocazione plastica, da una linea reale o idealmente tracciata. La sua opera rimane quindi tesa tra processo analitico di studio, costruzione, immaginazione e creazione, senza che nulla escluda l’altro. Tra realtà e fantasia, tra luci e ombre. Per assistere alla proiezione dei suoi video, non a caso l’artista ci porta all’interno di una tenda nera, una sorta di piccolo vecchio cinema familiare, suscitando una piacevole malinconia che affida la narrazione all’immaginazione.



Biografia
[Palermo, 1969] Nel 1993 si trasferisce a Milano, dove tuttora vive. Il suo lavoro, incentrato sul disegno e sulle sue variabili, consegue dalla dimensione plastica e si sviluppa, in prevalenza, con metodi di ricerca propri del cinema d’animazione. I linguaggi della scenografia teatrale e del cinema confluiscono nella produzione di pitture, sculture, film animati, testi e viceversa. Tra le principali e più recenti mostre: “Retrovisioni”, Montrasio Artecontemporanea, Milano; “Misteri”, Museo Sociale Danisinni, Palermo 2018; “Convergenze: Dieci Cadute”, ZAC Zisa Zona Arti Contemporanee Palermo 2013; “Drawings in action” Museo Pecci Prato 2007. Tra i film di animazione: “Triunfi. I Sacchi di Palermo” 2021, realizzato con Rossella Puccio per il Comune di Palermo; “Pelicule Lazar” 2018; “Misteri” 2018; La madre” 2018; “La furia del Bauhaus” con Roberto Di Martino; “Dieci Cadute” 2012, sul testo di Martino Lo Cascio; “La Città ideale” di Luigi Lo Cascio, macchine e disegni di Nicola Console; “Bromio” 2008, film d’animazione; “Il pacco” cortometraggio di Desideria Rayner, scene di Nicola Console e Alice Mangano; “Caligine” 2007, film d’animazione; “I Cento Passi” 2000, film di Marco Tullio Giordana, assistente scenografo.

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