Il titolo Phalaenopsis è già un indizio: può sembrare il nome di una farfalla e invece è un termine botanico; si riferisce ad un fiore e significa letteralmente simile alla farfalla: quindi proprio l'illusione, che qui è illusione di vita, è la chiave proposta per la comprensione della mostra e del messaggio di Stassi che «con la cura e la dedizione dell'entomologo - come scrive Giusi Diana - infilza, grazie agli spilli sottili del suo elegante segno grafico, fisionomie perdute, fragili come ali di farfalla, riconsegnandole all'osservatore in un catalogo visivo che per essenzialità e purezza formale si potrebbe paragonare ad una raccolta di haiku».
Certo sorprendono l'oggetto e il modo di dipingere di questo giovane artista: in un paese che sembra solo saper schiamazzare urlando volgarità, Stassi trova con semplicità e naturalezza un altro modo per parlare di cose che ci stanno molto a cuore. Che il nuovo sia da queste parti?
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Il foglio bianco come la neve attutisce la caduta di segni lievi che vi si posano morbidamente, a tracciare volti immobili di un'umanità dormiente. Sono i delicati ritratti post mortem che Vito Stassi affida alla leggerezza della carta, oli e disegni che compongono un repertorio tassonomico di immagini rimosse. Con la cura e la dedizione dell'entomologo infilza, grazie agli spilli...
Leggi tuttoVito Stassi
Vito Stassi è nato a Palermo nel 1980 e qui vive e lavora. Ha studiato al Liceo Artistico Eustachio Catalano e quindi all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha partecipato...
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