Fragili | Gaetano Cipolla

Nell'ambito della mostra Gaetano Cipolla | Lo spettacolo delle forme, in corso a Palazzo Sant'Elia a cura di Alba Romano Pace, l'Associazione Nuvole propone nei suoi spazi la mostra FRAGILI: venti opere su carta che - attraverso la rappresentazione dei magnifici fiori della pianta di cappero, diffusa in Sicilia e soprattutto nell'isola di Stromboli, così cara all'autore - sono un omaggio alla fragilità dell'essere e al bisogno di gentilezza. Possiamo datare l’inizio di questo lavoro nel 2009 quando, in seguito all'invito di Philippe Daverio, Gaetano partecipa al Festival Rilke di Sierre (SW) dedicato alle Elegie Duinesi, con l'incarico di creare un immagine per la quarta elegia. L'immagine scelta è un fiore di buganvillea dedicata in particolare al verso del grande poeta: Blühn und verdorrn ist uns zugleich bewußt, fiorire e appassire li conosciamo insieme. In galleria sarà proiettato anche il video di Giuseppe Zimmardi prodotto dall'Associazione Nuvole. Nel video Gaetano Cipolla, conversando con Alba Romano Pace, ripercorre i suoi quaranta anni di attività e chiarisce alcuni importanti momenti della sua ricerca artistica.


Fior di nuvola

Dallo spettacolo delle forme nascono i fiori di cappero di Gaetano Cipolla, effimere visioni che fluttuano leggere in una pennellata evanescente di intensa poeticità. Corolle e petali bianchi, eteree apparizioni, fragili allo sguardo che è appena capace di captarne l'essenza transitoria. Un'elegante danza d'ali trasparenti, sottilissimi filamenti e minuscole foglie verdi, volteggianti su uno sfondo ora fluorescente ora terroso che ne esalta i contorni sfumati, vaporosi come spuma tra la sabbia o nebbia addensata nell'atmosfera iridata. Il supporto attentamente scelto, la carta, accentua la delicatezza e passando accanto ad ogni opera sembra quasi di ascoltarne il fruscio, in una cascata di suoni e riverberi di luce che scorre armoniosa sui fogli dai diversi formati. Vengono in mente le Corrispondenze di Baudelaire e le malinconiche note del pianoforte di Ravel o di Debussy ed ancora i fiori, pollini e farfalle dipinti da Odilon Redon come « apparizioni in fondo al crepuscolo ». Analogamente in Gaetano Cipolla una visione trasognata trasforma i fiori in grumi di pensiero, simboleggiando la bellezza nella sua caducità e l'innocente purezza di un fiore che cresce spontaneo lungo le pareti o tra i campi brulli dell'amata isola di Stromboli, luogo archetipale, isola nell'isola, terra ancestrale i cui abitanti, gechi, zanzare, capre e galline vengono raffigurati di Gaetano Cipolla come esseri sacra di antica beltà. Tra tutti questi elementi s'innalza leggiadro il fiore pallido e rilucente, che sboccia solamente in estate, che evoca il sole nelle sue fattezze diafane e dona un proprio frutto: il cappero, dal sapore amaro e pungente che quasi ironizza sull'imprevedibilità della vita. Nella poesia Lo straniero Baudelaire chiede all'enigmatico uomo cosa realmente amasse, non la famiglia, la patria, la bellezza o l'oro: « Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero? – Amo le nuvole… Le nuvole che passano… laggiù… Le meravigliose nuvole! » Se facessimo la stessa domanda all'enigmatico artista Gaetano Cipolla lui ci risponderebbe « - Amo i fiori di cappero...I fiori che sbocciano...laggiù nell'Isola di Stromboli...I meravigliosi fiori di cappero!»

Alba Romano Pace

1 Richard Hobbs in Odilon Redon. Boston, New York, Graphic Society, 1977, pp. 74-75.

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