Dal Catalogo - Il disegno necessario

Una collettiva nella quale disegni di artisti del '900 italiano s'intrecciano con quelli di artisti contemporanei come per tracciare un filo che va oltre la misura del tempo.
Il disegno, primaria e diretta espressione figurativa, oggi spesso considerato solo fase progettuale del lavoro creativo, è qui invece presentato come comune denominatore della ricerca artistica.
Sensibilità e poetiche molto distanti l'una dall'altra ma tutte fortemente intense perché il disegno, primaria e diretta espressione dell'anima, è soprattutto necessario…

Un piccolo gruppo di disegni di artisti del '900 italiano apre la mostra: un disegno dal tratto quasi etereo di Gianfranco Ferroni rappresenta un interno solitario e intimo, una tavola apparecchiata, concreta ma al tempo stesso evanescente; il vagone ferroviario del 1945 di Vespignani, dal segno corposo e realista, rimanda al secondo espressionismo, la cui indagine sociale ed esistenziale è ripresa da Vespignani nell'impegno civile del secondo dopoguerra; Antonietta Raphaël, della quale sono esposti due ritratti di piccolo formato, dal segno istintivo e conciso che esprimono la sua naturale vena forte e carnale. Nel nudo del suo compagno d'arte e di vita Mario Mafai, è chiara invece l'introspezione, la malinconia e l'immediatezza nel tratto appena abbozzato di un'evanescente figura femminile. Un altro nudo, dal segno lineare e diretto è quello di Trombadori.

Più numeroso il gruppo dei contemporanei: i palermitani Antonio Miccichè, artista eclettico con una predilezione per il paesaggio: qui un grande disegno a penna di paesaggio architettonico: storto, decentrato, ma al tempo stesso lineare e quasi fotografico e Sergio Amato che, attraverso riferimenti costanti all'arte figurativa del passato, indaga la società d'oggi e le sue perversioni: vengono presentati sei figure luciferine, mostri con teste deformi, corposi ma leggeri. Palermitana d'adozione ormai è Anne-Clemence De Grolèe, che con leggerezza e giocosità tratta temi quali il rapporto dell'uomo con la natura; qui sono esposti due acquarelli, le cui figure ricordano esseri acquatici, primordali e immaginifici che si inseguono e si intersecano senza soluzione di continuità.

Rita Casdia, siciliana che vive e lavora a Milano, presenta in questa mostra un unico grande disegno in cui la vivacità dei colori e l'ironia del soggetto ci immergono in un contesto che usa l'iconografia del fumetto insieme con un segno semplice e diretto. Di Gaetano Cipolla, artista palermitano prolifico sin dagli anni settanta, sono presentate tre opere realizzate con grafite e pastello secco in cui il corpo è protagonista, indagato e messo in mostra, centro dell'immagine.

Giuseppe Colombo, il più giovane de Gruppo di Scicli, presenta qui da un nudo femminile adolescenziale, immerso in un nero che sembra un oblio vischioso. Romana è Stefania Fabrizi, artista la cui opera è impregnata di una sorta di misticismo, di reminiscenze della storia dell'arte, di presenze antiche e simboliche e la cui potenza figurativa è qui espressa nei due grandi disegni in cui figure misteriose vengono caratterizzate con grande forza, decisione e fermezza quasi aggressiva del tratto. I soggetti creati da Sabina si muovono morbidi nello spazio del foglio di carta, in una danza quasi matissiana.

Da Parigi vengono Nathalie Grenier, che concentra la sua indagine sul paesaggio della campagna con un tratto corposo, forte ma al tempo stesso veloce e istintivo; Pilar Saltini, le cui figure sembrano emergere da ricordi familiari d'infanzia e immergono lo spettatore in un'atmosfera onirica. Catherine Keun, che nei due monotipi qui esposti esprime il lavoro dell'uomo nella sua fatica fisica. Il paesaggio sfuma lasciando il posto all'unico soggetto in movimento: l'essere umano.

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