Francesco Balsamo | di cosa tacere

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Opening:12 febbraio 2016
Durata: 12 febbraio - 8 aprile 2016
Orario: da martedì a sabato ore 11-13 e dalle 16.30-19:30 

 

La mostra espone gli ultimi lavori di Francesco Balsamo, 20 disegni dello stesso formato realizzati a matita su carta, nei quali l’artista, affidandosi ad un tratto grafico essenziale, ci offre una gamma di sentimenti personalissimi e solitari: frammenti figurati di esperienze vissute, esperienze di vita e forse pure di morte, diventate tutte esperienze estetiche”.

Prediligendo, in quest’occasione, il linguaggio visivo alla scrittura in versi, Balsamo crea immagini sovrapposte, talvolta incompiute e sfocate, dove il ricordo si concretizza sul fondo bianco del foglio.         


 

Di cosa tacere

 

 "Di cosa tacere". Ci sono cose che non si dicono perché si possono solo mostrare (o vivere), espresse a parole sarebbero altro, forse sarebbero addirittura "tradite", cose che sono visibili ma cifrate, tangibili e contemporaneamente "assenti", di cosa tacere, perché non dicibile, cangiante e sfuggente sempre, ma che comunque ci riguarda, e proviamo, forse ognuno con i propri mezzi, a "dire", a "dirne", il paradosso mi piace, lo diciamo tacendolo (solita solfa?).I lampi di certe (strane) intuizioni, le visioni, i frammenti figurati di esperienze vissute, esperienze di vita e forse pure di morte, diventate tutte "esperienze estetiche". Le mestizie dell'infanzia e le malinconie dell'età adulta, le perdite e i ritrovamenti inconsapevoli, le noie, le stanchezze, le fragilità, le fragilità deboli (che fiaccano e basta) e quelle forti (necessarie per restare vulnerabili, permeabili), le risatine un tantino isteriche, i sorrisi malaticci, l'ironia, anche quella compiaciuta, la vitalità di questi, che spesso sono sentimenti personalissimi e solitari, il ripetersi ancora e ancora, ma come fosse la prima volta, come fosse tutto nuovo, come se fosse un traffico appena cominciato, mi sembra che così, almeno per me, tutto questo, e altro che non saprei esprimere a parole, nonostante io ne abbia appena scritto, e scritto così mi sembra un poco delirante, tutto questo, mi sembra - e ripeto, non so bene come e perché - "pertinente" a questo ciclo di disegni.  Francesco Balsamo

 

 

 

Disegni retroversi nascondono la faccia in zona sorda. Con una certa mestizia, spesso tradita, il segno si fa sintagma o perimetro delle cose tutte. Si approssima al vuoto pneumatico, all’atarassia. Non sussiste, e non per dichiarazione, sottrazione o gioco linguistico. Pedissequamente, non è che orlo o falsariga. In calligrafia, la falsariga (o falsa riga) è un foglio rigato che viene posto sotto al foglio bianco su cui si intende scrivere; in questo modo le righe, che si intravedono in trasparenza, forniscono un riferimento per scrivere diritto.  ‘Di cosa tacere’ è un goffo teatrino delle ombre cinesi. Dita mimano azioni nulle, non rilevanti o al limite dell’idiozia, sulla falsariga di un’umanità bidimensionale percepita per intersezioni.Ogni opera di ricalco, per ineluttabile inclinazione, trascina con sé uno scarto che trascende il senso del ridicolo, tragicamente.

 

 Francesco ha uno strano modo di vezzeggiare il nulla, un modo che sta tra la parola e la frase e che, in questi 20 disegni, affonda le radici nel solco della migliore tradizione comica à la Buster Keaton, sfondando letteralmente il muro della logica.

 

L’armamentario malinconico che per anni ha circoscritto le opere di Francesco, è adesso poco meno che uno spettro. Non ne restano che i contorni, addomesticati in scenette slapstick svuotate della loro funziona primaria.

 

Il silenzio -racchiuso in nuce già nel titolo ed ulteriore gancio al già citato Keaton -assume le forme di ritagli posticci in realtà distopiche, appena disturbate da venature febbrili di bianco alabastrino. Federico Lupo




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